Parole…quando e’ meglio tacere

Lui, un compagno di Qi Gong, discutendo con il nostro maestro sulla dipendenza dalla sigaretta, commenta: Non e’ dimostrato che il fumo faccia venire il cancro.

Io: Sono completamente d’accordo.

Lui: Ah, sei anche tu una fumatrice?

Io (avrei voluto rispondere): No. Ho il cancro.

Ma con una risposta cosi, uno lo stendi… altro che il fumo!

La Danza

2013-10-29 12.12.07
Sto imparando a danzare… e sono molto fiera dei miei lividi da ballerina!!!

 

Mi sono messa a ballare perche’ le mie insegnanti trasmettono vita. Quando entro nella loro scuola, si avverte che c’e’ qualcosa di “sacro”: la dedizione ad un’arte che e’ studio rigoroso ma anche espressione profonda di se’. Bisogno. Una danza che diventa ricerca, introspezione, sentire, comunicazione, relazione. Ed ogni volta, ogni nuova sequenza e’ un ulteriore passo verso me stessa, verso la conoscenza del mio corpo, delle sue potenzialita’. E’ un regalo che faccio a me stessa – a volte con timore, ma sempre con gratitudine.

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Quando uno ha il cancro non se la toglie piu’ di dosso, la malattia. E anche dopo che hai finito la chemioterapia che ti ha fatto perdere i capelli, e anche dopo che il corpo si e’ sgonfiato dal cortisone, e anche quando le unghie si stanno riprendendo… e anche… la malattia non te la togli piu’ di dosso. Non solo perche’ la vita ti ha arricchito o perche’ bisogna costantemente tenere a bada le bizze delle cellule, ma anche perche’ si ha l’impressione di essere trasparenti e che quella etichetta di “cancer survivor” sia diventata indelebile.

Invece… una sera qualcuno, che non conosce la tua storia, ti invita ad andare in montagna a fare una camminata con i suoi amici. Non sa che sei malata. Ti vede danzare nella sua classe, ha notato la cicatrice del port, ma non ha capito che sei malata. Non sa che le vampate durante la lezione non sono dovute alla fatica. E, allora, capisci che l’etichetta non sempre viene da fuori. A volte ce la teniamo incollata da dentro.

E allora capisci che non e’ mai stato tuo amico chi non ti ha invitato al concerto dei Subsonica perche’ indossavi il port. E ringrazi, invece, coloro che si sono fatti in quattro per condividere con te il concerto dei Coldplay o delle magnifiche vacanze.

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Cancro e liberta’

“Preferisci chiamarlo tumore?”, ecco la sensibile e lecita domanda di una persona conosciuta da poco.

“No, no… si chiama cancro, cancro!!!” – e penso io che cr…ncro… cancr… diano l’idea dello scricchiolio. Cosi io lo immagino: cristalli dentro il mio fegato. Rigidi e taglienti, ma forse si possono anche frantumare.

“Bisogna dare alle cose il giusto nome: Tu cancro. Questo ci rende liberi”, scrivevo piu’ di un anno fa.

Si, liberi di conoscere e riconoscere. Liberi di accettare questa parte di se’, ambiguamente foriera di morte e di doni.

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Non sono solo parole

“Ciao Noemi, l’unico sentimento che mi nasce nel cuore con immediatezza e’ di ringraziarti per il tuo forte animo nel guardare in faccia la realta’, che comunque arriva per ognuno di noi a tentare di schiacciarti. Dirti coraggio, e’ inutile, ma dirmi coraggio e’ l’invito che sento tu mi rivolgi. Per questi ti ringrazio. E’ vero, sei una meraviglia di donna”

“Qui ho capito che la bellezza dell’anima affascina piu’ di quella del corpo. Grazie Noemi!”

“Commovente. Lucido. Tagliente. Vero. Coraggioso inno alla dignita’ di donna. Grazie di cuore”

I fili che avete aggiunto alla mia “trama”

Si e’ conclusa l’esperienza della “trama” allestita presso l’Ospedale Civile di Montecchio Maggiore (VI).

Trascrivo alcuni commenti che mi sono stati donati.

“Punti di vista diversi, puo’ essere educativo e toccante per chi non l’ha vissuta, ma questa cruda realta’ e’ molto personale  e non a tutti piace metterla in mostra. E’ un impatto inibitorio per chi deve iniziare, fa paura prima del previsto”

“Cara Noemi, grazie per questa mostra che e’ uno dei piu’ begli inni alla vita che si possano concepire. Di fronte a questo resto ammirato e commosso. E grato. Insieme alle preghiere dei tuoi amici, che sono preghiere di lode e di ringraziamento, ci sono anche le mie. Con affetto”

“Il coraggio, la speranza, la consapevolezza della bellezza interiore, l’amore per la vita! Ecco il messaggio che irrompe nel cuore! Grazie”

“La mostra non mi e’ piaciuta per niente, non mi piace questa spettacolarizzazione”

“La mostra e’ bellissima. Tu lo sei cento volte di piu'”

“Cara Noemi, commossa ho ammirato le tue foto; la tua forza mi serve come esempio per non demoralizzarmi. In te rivedo me stessa a quasi un anno dall’intervento di mastectomia, rivivo la solitudine, il dolore ma anche la volonta’ di rimettermi in piedi, di continuare a lavorare, di vivere con una sensibilita’ diversa… non sono piu’ un bulldozer, sono una donna molto sensibile, non lo sapevo prima di tutto cio’. Nei tuoi scatti fotografici rivedo i miei, allora, penso, sono nella giusta direzione. Grazie Noemi per aver avuto il coraggio di raccontare agli altri il tuo percorso”