Il cancro mi ha fatta diventare taoista

La rotondità del mio ventre in questi giorni non suggerisce serenità, gioia, energia vitale e fortuna come , mi ha spiegato il mio maestro di Qi Gong, la pancia del Buddha. Sono un vuoto gonfio, non esprimo pienezza, celo solo privazione.

Mi guardo, osservo con ansia i cerotti che occludono quelle che ho battezzato come la “Fossa delle Marianne” e la “Fossa delle Antille”, rispettivamente a sinistra e a destra del mio ombelico. In quelle fosse c’era parte di me, quella dedicata alla maternità. Dedicata e delicata. Il mio ventre ora è un ricettacolo di aria, residuo dell’intervento di pochi giorni fa, e di tanti pensieri che galoppano e si accavallano. Annessiectomia.  Biopsia dell’endometrio. Esame istologico.

“Non è l’utero che fa una donna. Sarai meravigliosa come sempre”, mi ha mesmerizzato la cugina dall’Olanda. Non dello stesso tono, però, le parole di una compagna di cordata, che si sente derubata della maternità.

Sono onesta: non è questa la rinuncia che ora mi pesa. Mi spaventa l’essere in una situazione definitiva, irreversibile, che temo acceleri determinati processi di invecchiamento, quale l’osteoporosi, che le cure per il mio cancro hanno già messo in atto da tempo. Temo la vecchiaia precoce, non voglio rinunciare alla danza, non voglio essere limitata nel lavoro, nei viaggi. Non voglio non poter più essere “io”. Contemplo le mutilazioni del mio corpo, iniziando dalla mastectomia, e, nel sentire il sofferente adattamento dei tessuti ai nuovi vuoti, ricordo la riflessione esistenziale di Terzani, “Ed il chirurgo, quanti pezzi poteva tagliare prima che scomparissi anch’io?”.

Il cancro è una malattia che toglie molte cose. Il cancro, il Vuoto te lo presenta.

Convivo da sette anni con queste cellule impazzite. Ho vissuto molti Vuoti.

Ma il cancro mi ha regalato anche molte Pienezze. E, per il momento, anche una parziale e serena risposta all’inquietante domanda che ha accompagnato pure il percorso di Terzani: il mio corpo non finisce dove lo vedi. Il mio corpo finisce ai confini dell’amore. E l’Amore è un Pieno Infinito.

Sorrido, “Il cancro mi ha fatta diventare taoista”. Vuoto e Pienezza.

Accettare

Sono contenta che tu finalmente abbia accettato…” – mi hanno accarezzato le parole della mia oncologa durante l’ultima visita.

Sono sempre stata contraria alle operazioni profilattiche. Ho cercato di conservare strenuamente tutte le parti del mio corpo, difendendo tenacemente anche quel seno che, dopo quattro anni, avrebbe rivelato una recidiva. Replicavo ai medici: “Perche’ scegliere una sedia a rotelle, potendo ancora camminare?”.

Ho rischiato. Ma adesso e’ giunto il momento di accettare… il rischio a cui sono esposta, il tempo che accelera, i sogni infranti.

La chirurgia profilattica non e’ la prevenzione che noi vorremmo, non e’ la prevenzione che ci meritiamo. Martedi mi sentiro’ ancora una volta una Amazzone, con la speranza di poter poi tendere meglio il mio arco e di continuare questa lotta. Ma martedi, soprattutto, ripensero’ alle parole di Nerina: “Lo devi fare per tutte le donne che non hanno potuto…”

I fili che avete aggiunto alla mia “trama”

Si e’ conclusa l’esperienza della “trama” allestita presso l’Ospedale Civile di Montecchio Maggiore (VI).

Trascrivo alcuni commenti che mi sono stati donati.

“Punti di vista diversi, puo’ essere educativo e toccante per chi non l’ha vissuta, ma questa cruda realta’ e’ molto personale  e non a tutti piace metterla in mostra. E’ un impatto inibitorio per chi deve iniziare, fa paura prima del previsto”

“Cara Noemi, grazie per questa mostra che e’ uno dei piu’ begli inni alla vita che si possano concepire. Di fronte a questo resto ammirato e commosso. E grato. Insieme alle preghiere dei tuoi amici, che sono preghiere di lode e di ringraziamento, ci sono anche le mie. Con affetto”

“Il coraggio, la speranza, la consapevolezza della bellezza interiore, l’amore per la vita! Ecco il messaggio che irrompe nel cuore! Grazie”

“La mostra non mi e’ piaciuta per niente, non mi piace questa spettacolarizzazione”

“La mostra e’ bellissima. Tu lo sei cento volte di piu'”

“Cara Noemi, commossa ho ammirato le tue foto; la tua forza mi serve come esempio per non demoralizzarmi. In te rivedo me stessa a quasi un anno dall’intervento di mastectomia, rivivo la solitudine, il dolore ma anche la volonta’ di rimettermi in piedi, di continuare a lavorare, di vivere con una sensibilita’ diversa… non sono piu’ un bulldozer, sono una donna molto sensibile, non lo sapevo prima di tutto cio’. Nei tuoi scatti fotografici rivedo i miei, allora, penso, sono nella giusta direzione. Grazie Noemi per aver avuto il coraggio di raccontare agli altri il tuo percorso”

di nuovo in… mostra

All’Ospedale Civile di Montecchio Maggiore (Vicenza) il 18 ottobre sara’ inaugurata alle ore 11.30 la mia mostra che rimarra’ aperta fino a fine mese.

Sara’ possibile anche acquistare il catalogo relativo. Grazie all’ANDOS, e in modo particolare alla splendida Piera Pozza.

http://www.goldnet.it/andos/html/eventi_ottobrerosa13.htm

Looking for a name 6

Dopo la mastectomia, quando mi sono tolta le bende, temevo di guardarmi allo specchio.
In ospedale ci avevano dato un libro che raccontava la storia di donne sopravvissute al cancro ed era rimasta ben fissa in me l’immagine dei loro volti nello scoprirsi senza una parte così importante del proprio corpo. Ne avevo incontrate molte in ospedale che mi avevano raccontato quell’istante come uno dei più tragici della loro intera esistenza e temevo di ritrovarmi, di fronte allo specchio, con quell’espressione drammatica che troppe volte avevo visto. Invece… mi sono guardata, ero giovane, ho visto dolcezza e… mi sono messa a ballare.