“Preferisci chiamarlo tumore?”, ecco la sensibile e lecita domanda di una persona conosciuta da poco.
“No, no… si chiama cancro, cancro!!!” – e penso io che cr…ncro… cancr… diano l’idea dello scricchiolio. Cosi io lo immagino: cristalli dentro il mio fegato. Rigidi e taglienti, ma forse si possono anche frantumare.
“Bisogna dare alle cose il giusto nome: Tu cancro. Questo ci rende liberi”, scrivevo piu’ di un anno fa.
Si, liberi di conoscere e riconoscere. Liberi di accettare questa parte di se’, ambiguamente foriera di morte e di doni.