Mai dimenticarselo. Come Troia assediata, ho a che fare con gli Achei. E se anche portano doni, restano pur sempre Achei. Mai abbassare la guardia. La speranza, piede fragile, mi sostiene su una lastra ghiacciata. Meglio bandirla.
Mese: febbraio 2015
IL MIO TEMPIO
La scrittura non e’ mai autentica, la scrittura e’ un’arte. Quando scrivo delimito i confini della mia privacy. So bene cio’ che, di me, voglio far conoscere agli altri. Sono sincera, ma non scopro il mio fianco. Mi confido, ma non mi affido.
Anche con la mia “trama” ho fatto lo stesso. Ho scelto che cosa dire di me, quali parti di me svelare. Nella “trama” racconto il mio essere cancer survivor, ben cosciente ed orgogliosamente consapevole di essere molto piu’ di questo. Dietro ad ogni foto ci sono vissuti che pochi conoscono, o che conosco solo io. C’e’ il mio tempio inviolabile.
Nel mio tempio pochi passi sono permessi. Chi vi entra mi fa un regalo prezioso, ma riceve anche in dono la mia massima fiducia. E chi trafuga i miei tesori…
LA STANZA DELLA SPOSA
ABBRACCI
E sono gli abbracci cio’ che impreziosisce il ricordo di una giornata. Perche’ gli abbracci di altre “cancer survivor” sono autentici. Non trasmettono pieta’ ma empatia. Dicono “lo so, lo sento, l’ho vissuto”. Sono abbracci che non mi fanno sentire sola, ma mi fanno capire che molte donne hanno attraversato e stanno attraversando i miei stessi mari burrascosi.
Sono gli abbracci che mi sostenevano e mi hanno permesso di raccontare la mia storia, la mia malattia davanti a persone sconosciute…ma gia’ dentro il mio cuore. Grazie a tutti coloro che mi hanno abbracciata…
RAGAZZA, BUON VIAGGIO
F. e’ quella che, togliendosi la maglia, ha fatto volare la parrucca nello studio dell’oncologo e, prontamente, ha esclamato “scusi, ma credo lei sia abituato (alle teste glabre)“… ed il dottore era calvo.
F. e’ quella che, quando dice, “ragazze ho un’idea“, sta parlando di un ristorante, solitamente cinese.
Da una settimana, F. e’ il mio pensiero dominante. “Come stai?”, le chiedo. “Alterno momenti in cui faccio lo struzzo a momenti in cui mi chiedo se diventero’ un fantasma”, mi risponde.
“F., mi autonomino tua mentore. Siccome ci sono gia’ passata, e la recidiva e’ di gran lunga peggiore della prima volta, non farti scrupolo a chiamarmi anche per ca**ate”.
E concludo con le parole della Boifava:
ma non riesco a scollarmi dalla pelle quel brivido folle che m’ha attraversato il corpo quando, aperta la carta, ho visto il mondo sgretolarsi in un mare profondo. E’ come se la Vita stessa, con una pacca sulla spalla, m’avesse cantato nelle orecchie “ragazza, buon viaggio“.
