Si imparano tante cose, anche che esiste una Giornata cosi, che sara’ celebrata il 29 maggio p.v. e che e’ stata promossa dalla Fondazione che porta lo stesso nome del plesso dove insegno. Il sito della Fondazione Gigi Ghirotti illustra “Una Giornata che non vuol essere solo per chi è sofferente e malato, ma una ricorrenza che si propone di risvegliare, in tutti e in modo duraturo, la sensibilità verso ciò che è concretamente possibile fare per raggiungere il sollievo dal dolore; una sensibilità oggi più che mai sopita dalla fretta e da una certa ineducazione, talvolta da impreparazione e paura, a confrontarsi in modo maturo, empatico, solidale e propositivo con la sofferenza e con il dolore“. Non esiste una educazione al dolore: sofferenza e morte sono un grande tabu’ nella nostra societa’, che considera una malattia la cellulite. Dunque, se non possiamo vedere delle smagliature sul nostro corpo, come possiamo guardare un corpo sofferente? Eppure, oltre alle medicine, a noi malati (e non solo oncologici) servono parole, abbracci, segni concreti di vicinanza, solidarieta’, empatia. Ma nessuno ci insegna che basta un sorriso…che basta ammettere “scusa, non so cosa dirti, ma ci sono…”
Ed allora provo con la mia testimonianza, di parole, musica e danza, a far “sentire” come si sta quando si scopre e si affronta il cancro. Il prossimo interlocutore saranno degli studenti del corso di laurea infermieristica di Vicenza…saranno loro a dover mostrare maturita’, empatia e solidarieta’ nel momento in cui si troveranno a lavorare con e per noi. Ed io so, grazie alle splendide infermiere del Quinto Piano dell’ospedale di Vicenza, quanto queste doti siano fondamentali per il benessere di noi malati.