Non e’ un personaggio da #, ma lui usava skype quando noi non avevamo neppure il cellulare… Un grande, dentro e fuori, soprattutto quando era tra la “sua” gente, il popolo maya che aveva scelto di proteggere, di far crescere dando alla gente speranza, educazione, sostegno. Rischiando la propria pelle. Mi ha conosciuta prima che io lo riconoscessi, cresciuta nell’ammirazione dei suoi racconti di missionario. Sara’ anche per questo che ho fatto una tesi sulla Filosofia della Liberazione, spinta dalla concretezza evangelica che sentivo durante le cene in cui era ospite della mia famiglia o durante le numerose manifestazioni (tra cui una danza maya in Basilica Palladiana) e celebrazioni che lui organizzava per sostenere i progetti della sua congregazione.
Dal 1997, quel super-eroe si e’ trovato ad affrontare la leucemia. Una battaglia per sopravvivere e per vivere, per trovare -io sento- un nuovo significato al suo essere “ultimo”, a sua volta bisognoso di essere difeso e protetto. “Sono al mio posto?”. Ma e’ in questo momento che lui e’ diventato per me testimone ancora piu’ credibile. Per la sua forza, per il suo non darsi mai per vinto, per la progettualita’ coinvolgente altre mani.
Ed infine la mia recidiva. Che mi disorienta e che, di fronte alle statistiche sconcertanti lette nei libri, ha bisogno di speranze viventi. Lo ricordo, a tavola, mentre mi rivela i suoi punti fondamentali per affrontare la malattia: la fede, i bravi medici, la forza personale e gli affetti. Da allora, sempre in cordata assieme. Ed e’ del mese scorso il suo ultimo viaggio in Guatemala. Non ce la faceva proprio a stare lontano dal suo grande Amore! Lui, gigante tra i piccoli.
Le lacrime sono anche un balsamo di riconoscenza. Per questo Testimone credibile che sempre sostiene il mio cammino. Ti voglio bene don Girolamo.