Egregio Governatore,
Le scrivo per la seconda volta, essendo stata anche richiamata dalla sig.ra Rossetto per chiarimenti.
Mi sono laureata in Filosofia all’Universita’ di Padova e non sono estranei alla mia formazione i pensieri dei fondatori della Lega, citati anche dal filosofo argentino E. Dussel su cui ho scritto la mia tesi di laurea. Pertanto non mi e’ estranea la Logica come pure non mi sono estranei i fondamenti della Filosofia Politica.
Nel mio scritto precedente, La invitavo ad una azione di coraggio, per evitare il ricorso al “capro espiatorio” che, forse, fara’ contento il popolino ma che rischia di denigrare l’intelligenza del Politico. Mi riferisco all’ospedale di Vicenza, che frequento costantemente dal 2011 in quanto ammalata di cancro. La invitavo ad una mossa di coraggio, con la lungimiranza di scoprire le reali cause del disagio di tutti quegli ex pazienti a cui e’ stato negato il follow up, come il caso della signora che Le ha telefonato in diretta televisiva.
Ora, mi scuso ma non capisco la logica dell’indagine e, soprattutto, le sue conclusioni.
Giustamente, sono stati inviati in “reparto” degli esperti. Mi correggo, in reparto quel giorno io ci sono stata per parecchie ore e non ho visto nessuno. E mi sono sentita offesa, perche’ noi pazienti (che veniamo prima di tutto, come Lei sostiene) non siamo stati neppure interpellati od osservati in quelle che sono le circostanze che garantiscono i nostri diritti fondamentali, cioe’ delle visite condotte secondo procedure standard ed accurate, delle terapie in ambienti accoglienti, del personale che non ci fa sentire dei numeri.
Ritorno alla logica: sono state condotte delle indagini, sono stati aperti dei fascicoli disciplinari, sono state cambiate mansioni di dirigenti. Non entro nel merito di queste procedure.
E quale sara’ il risultato?
Saranno ripristinate le visite di controllo, ma a quale prezzo? E’ stata tolta una dottoressa dalle attivita’ di screening, i medici hanno rinunciato alle ore di formazione ed aggiornamento.
Mi scusi, ma qui io vedo una doppia perdita (sto sempre ragionando):
a. gli esami di controllo saranno effettuati da medici che, non essendo aggiornati (E NOI MALATI DI CANCRO DOBBIAMO LA VITA ALLA RICERCA CONTINUA), avranno le stesse competenze dei dottori di famiglia;
b. noi malati cronici saremo (uso il futuro, non il condizionale) nelle mani di oncologi non aggiornati, con tempi ridotti per visitarci.
Leggo su “Il Giornale di Vicenza” odierno (18 febbraio) che “non si fa il processo alle capacita’ dei due professionisti, ma a una decisione che avrebbe fatto passare “colpevolmente e senza motivo”, in secondo piano, l’assistenza che si deve, come mandato professionale ed etico ai pazienti”. A rigor di logica, l’aver evitato che il paziente incorresse in visite di controllo frettolose ha garantito la qualita’ dell’assistenza fornita.
Dottor Zaia, con i ragionamenti ed in base non solo a quanto leggo ma a quanto vivo (due volte la settimana, almeno) in ospedale a Vicenza, si evince che la soluzione che merita il paziente e’ quella di garantire al reparto un organico adeguato. Allora, non facciamo una politica spicciola e popolare. Lei ha goduto della stima di molti Veneti; Lei puo’, con un atto di coraggio ed onesta’, assumersi le responsabilita’ di quegli Organi che non hanno provveduto a sbloccare le assunzioni. Questa e’ logica, questa e’ Politica. Questo e’ mantenere i progetti elettorali.
Le scrivo queste parole piena di amarezza e di delusione…
(ovviamente non potevo piu’ firmare “in fede”)